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PFAS nelle acque in bottiglia: la contaminazione invisibile

Scopri l'impatto diffuso dell'inquinamento da PFAS sull'acqua e le sfide nel contrastarlo.

Un recente studio ha rivelato che il 99% delle acque in bottiglia nel mondo contiene PFAS, le cosiddette “sostanze chimiche eterne”.

Contaminazione PFAS acqua in bottiglia – Questa scoperta scuote il settore dell’acqua minerale, spesso presentata come un’alternativa pura e naturale. I risultati mettono in discussione la fiducia dei consumatori verso un prodotto ampiamente consumato e sollevano importanti dubbi su un fenomeno di contaminazione silenziosa ma diffusa.

La portata dell’indagine sui PFAS

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica ACS ES&T Water, ha analizzato campioni da 87 marche di acqua in bottiglia provenienti da 15 diversi Paesi e ha incluso anche 55 campioni di acqua del rubinetto del Regno Unito e della Cina. La presenza di PFAS risulta addirittura superiore nei prodotti etichettati come “naturali”, il che solleva interrogativi sulle procedure di produzione e sull’integrità dell’intera filiera dell’acqua in bottiglia. Le “sostanze chimiche eterne” non mostrano segni di degradazione ambientale, il che ne amplifica l’accumulo e la diffusione, richiedendo una regolamentazione più rigorosa.

PFAS: gli effetti sulla salute

I PFAS, o sostanze perfluoroalchiliche, sono composti chimici sintetici utilizzati principalmente per le loro proprietà idrorepellenti e antimacchia, impiegati in svariati ambiti industriali. Tuttavia, una volta rilasciati, si legano stabilmente agli elementi ambientali senza decomporsi. Studi clinici suggeriscono che l’esposizione prolungata ai PFAS potrebbe associarsi a problemi del sistema immunitario, disturbi ormonali e, in alcuni casi, perfino a sviluppo di tumori. I rischi derivano dall’accumulo nel corpo umano di queste sostanze, un processo lento e insidioso che può svilupparsi silenziosamente per anni, intensificandone i danni.

Sviluppi scientifici e soluzioni in corso

La ricerca scientifica ha già individuato alcune soluzioni per affrontare la contaminazione da PFAS nell’acqua. Esistono, infatti, tecniche avanzate per filtrare e rimuovere queste sostanze chimiche dalle fonti idriche. Tuttavia, questi metodi rappresentano un rimedio parziale e temporaneo, e non eliminano il problema alla radice. La vera soluzione, come evidenziato dagli studiosi, risiede nella limitazione dell’uso dei PFAS in ambito industriale. Questo richiede sia un forte impegno politico sia investimenti consistenti in tecnologie alternative.

Mappa globale della concentrazione di PFAS nell'acqua
Mappa globale dei prelievi eseguito. Fonte – Nature –

Il ruolo dell’industria dell’acqua in bottiglia

Il mercato dell’acqua confezionata, che vale 3,3 miliardi di euro solo in Italia e circa 318 miliardi di dollari a livello globale, dovrà adattarsi alle nuove normative sanitarie che vari Paesi stanno esaminando per limitare la presenza dei PFAS. Con l’emergere di una maggiore consapevolezza tra i consumatori, la sfida per le aziende sarà coniugare l’obbligo di garantire un prodotto sicuro e la sostenibilità economica. Il settore, infatti, ha basato per decenni il proprio successo sulla percezione di purezza e qualità, ora messa in crisi dalla diffusione delle sostanze eterne.

Contaminazione PFAS acqua in bottiglia – Azioni concrete per una soluzione sistemica

Sebbene non esistano soluzioni immediate, i consumatori possono valutare l’adozione di filtri domestici certificati per ridurre la presenza dei PFAS nell’acqua. Tuttavia, la vera risposta deve essere collettiva e istituzionale, con normative più rigide, controlli serrati e maggiore trasparenza delle aziende coinvolte nella produzione. La contaminazione da PFAS non riguarda solo l’acqua in bottiglia ma riflette un problema ambientale complesso e pervasivo, che richiede azioni tempestive e un approccio sistemico.

Fonte: Università di Birmingham

Social Context: PFAS: il 99% dell’acqua in bottiglia ha sostanze chimiche eterne. Uno studio svela l’entità della contaminazione e i rischi per la salute.