Frase chiave per la SEO: epidemia di morbillo
Allarme morbillo negli Stati Uniti: numeri in crescita
Nei primi quattro mesi del 2025, i casi di morbillo registrati negli Stati Uniti hanno già superato di oltre il doppio quelli dell’intero 2024. Al 10 aprile, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) contano almeno 712 casi confermati, rispetto ai 285 registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Una crescita allarmante che desta preoccupazione tra le autorità sanitarie, anche in virtù del numero crescente di decessi e ospedalizzazioni.
Il focolaio principale si concentra nel West Texas, dove si contano 561 casi, 58 ricoveri ospedalieri e due morti tra bambini non vaccinati e senza patologie pregresse. Ma il virus non si ferma ai confini statali: il contagio si è esteso a New Mexico, Oklahoma e Kansas, facendo temere un’ulteriore diffusione nazionale. Il CDC avverte che se la trasmissione del morbillo dovesse continuare per più di 12 mesi consecutivi, gli Stati Uniti potrebbero perdere lo status di “paese libero dal morbillo”, conquistato nel 2000 dopo decenni di campagne vaccinali.
Il CDC lancia l’allarme: “Non abbiamo risorse per fermarlo”
David Sugarman, responsabile del team per il morbillo del CDC, ha lanciato un grido d’allarme durante una rara dichiarazione pubblica martedì scorso: “Stiamo lottando per trovare le risorse e il personale necessari per supportare il Texas e le altre giurisdizioni colpite”. Un’affermazione che getta luce sulla crisi interna dell’agenzia sanitaria, colpita da massicci tagli di bilancio e da una riduzione drastica del personale.
In particolare, oltre 11 miliardi di dollari di fondi pubblici per la sanità sono stati ritirati, compromettendo gravemente la capacità operativa del CDC. La carenza di risorse ha effetti concreti: mancano squadre per l’intervento sul campo, vaccini, centri di immunizzazione mobili, strumenti per il tracciamento dei contatti e sistemi informatici adeguati per la gestione dei dati.
Un’epidemia costosa e difficile da contenere
Secondo le stime del CDC, ogni singolo caso di morbillo può costare tra i 30.000 e i 50.000 dollari in interventi di sanità pubblica. Cifre che, moltiplicate per centinaia di casi, mettono sotto pressione i già esigui fondi a disposizione. Gli interventi richiesti includono personale medico, campagne informative, gestione delle segnalazioni, misure di contenimento e soprattutto vaccinazioni d’urgenza per le comunità a rischio.
La situazione è ulteriormente aggravata da una diffusa reticenza alla vaccinazione in alcune aree, specialmente nelle comunità rurali del Texas, dove i tassi di immunizzazione sono ben al di sotto della soglia del 95% necessaria per l’immunità di gregge.
La dimensione politica della crisi
La gestione dell’epidemia si scontra anche con una nuova configurazione politica che influenza le scelte sanitarie a livello federale. L’incontro dell’Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP), inizialmente previsto per febbraio, è stato cancellato e riprogrammato solo dopo l’insediamento della nuova amministrazione. Il nuovo segretario alla salute, Robert F. Kennedy Jr., storico oppositore dei vaccini, ha alimentato dubbi sulla direzione futura dell’ACIP e sulle politiche vaccinali nazionali.
Nonostante il contesto teso, l’incontro dell’ACIP si è tenuto regolarmente e ha incluso un aggiornamento specifico sull’epidemia. Keipp Talbot, presidente dell’ACIP, ha dichiarato: “È devastante sapere che oggi negli Stati Uniti muoiono bambini sani a causa del morbillo. Questo vaccino è straordinario, altamente efficace e garantisce un’immunità duratura”.
Il ruolo del vaccino MMR: efficace ma sottoutilizzato
Il vaccino MMR (morbillo-parotite-rosolia) è il principale strumento di prevenzione disponibile. Due dosi assicurano una protezione del 97% contro uno dei virus più contagiosi conosciuti. Tuttavia, l’adesione vaccinale è in calo in molte aree del paese. I tassi di copertura vaccinale continuano a scendere, complici disinformazione, retoriche no-vax e sfiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie.
Il West Texas, epicentro dell’epidemia, è una delle regioni più sottovaccinate degli Stati Uniti, con livelli di copertura ben al di sotto della soglia critica. La diffusione del virus in queste comunità rappresenta un rischio non solo per i residenti locali, ma per l’intero paese, data la facilità con cui il morbillo può diffondersi.
Sottodiagnosi e casi non segnalati: l’epidemia potrebbe essere più grave
Oltre ai numeri ufficiali, il CDC sospetta che esista una significativa quota di casi non segnalati. “Riteniamo che ci sia un numero elevato di infezioni non diagnosticate”, ha affermato Sugarman. Operatori sanitari sul campo hanno riferito di famiglie che descrivono sintomi coerenti con il morbillo ma che non si sono mai rivolte a un medico o sottoposte a test.
Questa dinamica è frequente in comunità con scarso accesso all’assistenza sanitaria o con scarsa fiducia nei sistemi ufficiali. Il risultato è una sottostima del numero reale di infezioni, che complica ulteriormente le strategie di contenimento e aumenta il rischio di trasmissione.
Il rischio concreto di perdere lo status di “paese libero dal morbillo”
La preoccupazione maggiore, in questo momento, riguarda il possibile ritorno del morbillo come malattia endemica. Secondo i protocolli internazionali, se la trasmissione del virus dovesse continuare per più di 12 mesi consecutivi, gli Stati Uniti perderebbero ufficialmente lo status di “paese libero dal morbillo”.
Già nel 2019, durante un’epidemia prolungata a New York, il Paese fu vicino a questo rischio, con costi sanitari che superarono gli 8 milioni di dollari. Oggi, con risorse ancora più limitate, tassi di vaccinazione più bassi e un’epidemia in corso in più stati, il pericolo è concreto. Un simile scenario rappresenterebbe un drammatico passo indietro nella lotta contro le malattie prevenibili con i vaccini.
Un sistema sanitario sotto pressione
L’epidemia di morbillo che sta travolgendo il Texas e altri stati americani è il segnale più chiaro di un sistema sanitario pubblico in difficoltà. Le gravi carenze di fondi, la carenza di personale e il calo dell’adesione vaccinale creano un mix esplosivo che potrebbe portare a un disastro sanitario evitabile.
La risposta del CDC, nonostante gli sforzi dei suoi esperti, è ostacolata da scelte politiche e tagli drastici, che mettono a rischio anni di progressi nella prevenzione. Di fronte a una delle malattie più contagiose esistenti, l’unico strumento veramente efficace resta il vaccino. Ma perché funzioni, serve una rete sanitaria in grado di raggiungere, informare e proteggere ogni cittadino.
Fonte: ARS -Technica