Cosa era la Filodiffusione?
La filodiffusione, o diffusione via filo, rappresentò una forma pionieristica di distribuzione di contenuti audio in Italia, ancor prima dell’avvento della televisione via etere. Questa tecnologia permetteva la trasmissione di programmi radiofonici e, in alcuni casi, anche di segnali televisivi attraverso una rete di cavi che collegava gli abbonati.
Il servizio di filodiffusione nacque in Italia negli anni ’20, quando la SIPRA (Società Italiana Privata Radio Audizioni) di Milano iniziò a distribuire programmi radiofonici agli abbonati tramite un sistema di cavi. Successivamente, altre città come Torino, Genova e Roma adottarono questo sistema di distribuzione.
La filodiffusione conobbe il suo periodo di maggior diffusione negli anni ’50 e ’60, quando la RAI (Radiotelevisione Italiana) avviò un programma di investimenti per estendere la rete di distribuzione via cavo a numerose città italiane. In questo modo, molte famiglie poterono ricevere i primi segnali televisivi attraverso la filodiffusione, in attesa del progressivo sviluppo delle trasmissioni via etere.
Un Nuovo Orizzonte per l’Audio
Alla fine degli anni Cinquanta, l’Italia fu testimone dell’introduzione della filodiffusione, un sistema innovativo per la distribuzione di segnali radiofonici attraverso una rete di cavi. Presentata come la soluzione ideale per raggiungere le località più remote con il segnale della Rai, la radio di Stato, la filodiffusione prometteva una qualità di ascolto straordinaria rispetto alle tradizionali trasmissioni in onde medie o FM.
Funzionamento e Vantaggi
Il segnale della filodiffusione, con una larghezza di banda di 15 kHz, veniva iniettato nelle centrali telefoniche e percorreva i fili del telefono fino alle case degli abbonati. Questo garantiva un’eccellente qualità audio, priva di interferenze atmosferiche o fruscii, un vantaggio impensabile con i segnali in onde medie o FM dell’epoca.
L’Abbonamento e i Canali
Per usufruire del servizio, gli utenti dovevano sottoscrivere un abbonamento alla compagnia telefonica e disporre di un ricevitore speciale con sei tasti di selezione dei canali. Oltre ai tre canali nazionali, erano disponibili due canali dedicati alla musica leggera e alla classica, trasmessi senza interruzioni pubblicitarie, una vera novità per quel tempo.
La Qualità Audio Senza Compromessi
Il canale di musica classica presentava registrazioni originali della Rai, mentre il sesto canale offriva un’esperienza stereo per un paio d’ore al giorno, ampliando il canale di classica. Nonostante le radio private trasmettessero persino in quadrifonia a metà degli anni Settanta, il sesto canale della filodiffusione continuava a proporre questa innovativa esperienza audio.
Il Design Italiano e la Diffusione
La filodiffusione fu un successo tra la “gente-bene” delle grandi città, grazie al ricevitore disegnato da Marco Zanuso per la Brionvega, un capolavoro di design applicato all’elettronica di consumo. Nelle province, tuttavia, la diffusione fu più lenta, con ricevitori meno eleganti prodotti da aziende come la Siemens italiana.
Filodiffusione audio Italia – Un’Eredità Duratura
Sebbene la filodiffusione sia stata progressivamente sostituita dalle trasmissioni via etere e dalle nuove tecnologie di trasmissione, ha rappresentato un’importante tappa nello sviluppo delle telecomunicazioni in Italia, gettando le basi per la futura diffusione dei servizi di televisione e audio digitali.
Fonti: Giornale Pop – WikiPedia