È di recente pubblicazione da parte dell’antitrust un documento che attesta gli impegni presi da Google per ottemperare all’articolo 20 del GDPR accusata di aver ostacolato la possibilità di condividere i dati dell’utente con altre piattaforme attraverso strumenti automatici.
Weople, applicazione della società Hoda, consente agli utenti di capitalizzare i propri dati personali andandosi a creare un vero e proprio “forziere” che, opportunamente analizzato e utilizzato anonimamente per ricerche di mercato e di comportamento, permette di creare valore legandolo ad una moneta virtuale (Wecoin) dalla quale trarne beneficio.
Weople non vende i dati personali stipati nel proprio caveau ma li utilizza in forma anonima aggregandoli per eseguire ricerche, studi di settore e vendendone i risultati alle aziende che ne faranno richiesta.
L’app è veramente innovativa e permette anche di trarre guadagno dagli introiti che saranno generati, oltre a poter godere di numerosi servizi.
I Dati personali rinchiusi in cassaforte saranno come una specie di conto corrente fruttifero; più dati saranno inseriti, maggiore è la possibilità di avere un ritorno dell’investimento.
Comunque l’anti trust ha pubblicato quanto segue
“l’offerta degli Impegni non può per alcuna ragione essere interpretata (i) né quale acquiescenza da parte di Google rispetto ai profili anti-concorrenziali preliminari sollevati dall’Autorità nel provvedimento (inclusi i profili relativi alla definizione dei mercati), (ii) né come riconoscimento di qualsivoglia illecito. Nulla di quanto contenuto nei presenti Impegni può essere interpretato come un’affermazione che l’Autorità abbia adottato una decisione provvisoria o definitiva in merito a una violazione del diritto della concorrenza da parte di Google”.
Indipendentemente dalla comunicazione, Google che ha sempre posto resistenza alla cessione volontaria da parte dei propri utenti ha infine ceduto in quanto l’utente deve essere il vero e unico proprietario dei propri dati e deve essere libero di trasferirli dove e quando vuole su diverse applicazioni.
L’ applicazione di Hoda aveva ottenuto la possibilità di ricevere i dati personali dagli utenti da numerose piattaforme sia social che business ma ha dovuto rallentare in quanto la maggior mole di dati disponibili si trovava su Google e questa poneva resistenze alla cessione volontaria dei dati.
Da tutto questo Wepole acquista nuova linfa ma soprattutto ha fatto giurisprudenza in un mercato che, anche se regolato, non riusciva a decollare.
I dati sono un valore che ogni utente può decidere di trasferire dove e quando vuole per essere padrone del proprio valore.