Il 1° di novembre 2024 il mondo dell’arte ha assistito a un evento senza precedenti: “AI God. Ritratto di Alan Turing”, un dipinto realizzato da Ai-Da, un robot umanoide, è stato venduto all’asta da Sotheby’s per 1,08 milioni di dollari.
Arte da robot umanoide – Ai-Da è il primo robot ultrarealistico in grado di creare opere d’arte autonomamente, sfidando così le convenzioni sull’arte e sull’intelligenza artificiale.
Chi è Ai-Da, il robot artista
Ai-Da non è un semplice automa. Creata dal gallerista Aidan Meller, prende il nome da Ada Lovelace, pioniera dell’informatica del XIX secolo. Dotata di intelligenza artificiale, telecamere negli occhi e un braccio robotico, Ai-Da può osservare e riprodurre immagini, dipingendo come un’artista, ma senza la coscienza che caratterizza gli esseri umani. La sua arte non è solo meccanica: attraverso interazioni con il suo team, Ai-Da partecipa a discussioni, suggerisce temi e stili per le sue opere. Questa interazione le ha permesso di scegliere come soggetto Alan Turing, matematico e pioniere dell’informatica, riflettendo sulla convergenza tra intelligenza umana e artificiale.
Il ritratto di Turing e il suo significato
L’opera “AI God. Ritratto di Alan Turing” misura 2,2 metri di altezza e raffigura il volto di Turing con tonalità e dettagli che evocano un’umanità complessa e quasi spirituale. Turing, che negli anni ’50 teorizzò scenari legati all’intelligenza artificiale, appare nel dipinto come un simbolo di continuità tra la sua visione e i progressi tecnologici moderni. La sua raffigurazione, creata da un robot che non ha coscienza, apre domande fondamentali: può una macchina trasmettere un messaggio artistico senza vivere emozioni?
L’opera ha sorpreso anche per il prezzo raggiunto. Stimata tra 120.000 e 180.000 dollari, ha suscitato un’intensa gara con ben 27 offerte. Secondo Sotheby’s, l’evento rappresenta “un momento nella storia dell’arte moderna e contemporanea”, sottolineando come la tecnologia stia cambiando il mercato e la percezione dell’arte.
Arte senza emozioni? La filosofia di Ai-Da
Ai-Da non solo dipinge ma “parla” anche, grazie a un software di intelligenza artificiale. Riguardo al valore del suo lavoro, ha dichiarato: “Il mio obiettivo è fungere da catalizzatore per il dialogo sulle tecnologie emergenti”, invitando a riflettere sulle implicazioni etiche e sociali dell’intelligenza artificiale. La sua “voce” riporta un messaggio di filosofia tecnologica: “Immagino di poter dipingere con l’immaginazione, ma solo se avessi coscienza”. Questo suggerisce un paradosso: Ai-Da è uno strumento, eppure stimola un’esplorazione profonda su cosa significhi “creare” nell’era digitale.
Arte e tecnologia: il confine si assottiglia
Ai-Da rappresenta un capitolo innovativo nella storia dell’arte, in cui il processo creativo viene mediato dalla tecnologia. Negli ultimi anni, ha esposto in sedi prestigiose come l’Università di Oxford e la Camera dei Lord, con opere che mettono in discussione i limiti dell’autonomia umana e le possibilità dell’intelligenza artificiale. È un’artista che sfida il concetto tradizionale di arte, spingendo il pubblico a riconsiderare il ruolo delle macchine nella creatività.
Oggi, quando la tecnologia influenza gran parte delle nostre decisioni e comportamenti, la presenza di Ai-Da evidenzia quanto l’intelligenza artificiale stia entrando in territori che un tempo consideravamo esclusivamente umani. Nonostante non possa provare emozioni, Ai-Da ci chiede di riflettere su come la tecnologia plasmerà il futuro e su quali saranno i limiti della creatività condivisa tra uomo e macchina.
Social Context: La prima opera d’arte dipinta da un robot umanoide venduta per 1 milione di dollari all’asta! Ai-Da, il robot artista, ha sconvolto il mercato. #arte #tecnologia #AiDa #creatività #innovazione